ANNO 14 n° 119
Tuscialand Gli infami dell'Isis si battono anche a colpi di goliardia
di Edmond D. Dantes
07/02/2016 - 02:00

di Edmond D. Dantes

Cari amici, tutti voi avrete letto su ViterboNews24, la vicenda del finto carro dell’Isis sfilato domenica scorsa per le strade di Tuscania in occasione delle feste per il carnevale. Grandissime polemiche, riportate anche sulle pagine di importanti quotidiani nazionali, hanno accolto l’irriverente sfilata. I carri allegorici hanno un antica tradizione e generalmente irridono, in maniera ironica, ai fatti di stringente attualità. I carri sono, generalmente, colorati e grotteschi e soprattutto irriverenti.

Ma il problema è proprio questo. I guasconi di Tuscania, sicuramente grandi allievi del Conte Mascetti (indimenticato personaggio del celebre film Amici Miei) hanno esagerato in realismo. Vestiti con le mimetiche, le bandiere nere del famigerato califfato e il pick-up di ordinanza, tutto sembravano, tranne un carro allegorico carnevalesco.

Certo al collo invece delle pallottole, avevano appese delle salutari salcicce e sulle bandiere c’era scritto isistronzi, ma questo non ha impedito severe prese di posizione, da parte dei cittadini e delle autorità locali, sulla mancanza di buon gusto e sensibilità.

Il vostro Dantes, ormai lo sapete, ha i pensieri controvento e come dice il mio fraterno amico Cesare Carità, politicamente scorretto (lo faccio arrabbiare tutte le domeniche all’alba). Per questo non capisco tutto questo stupore. Certo il buon gusto, sicuramente la sensibilità, ma il moralismo peloso no, questo non lo capisco proprio. Forse in tutto questo c’è una spiegazione sociologica, addirittura antropologica (chiedo scusa per i paroloni).

Perché quel finto pick-up dell’Isis, ha risvegliato i demoni che vivono in noi. Non solo la paura, che gli assassini del Califfo seminano con le loro orrende mattanze, ma la violenza disumana e innaturale che rappresentano e praticano. Gran parte dei tagliagole sono nati e cresciuti in Occidente, hanno respirato la stessa nostra aria e si sono riempiti gli occhi dei nostri stessi colori, eppure hanno scelto di distruggere, in nome della religione islamica, quei valori che un tempo appartenevano anche a loro. Una nemesi demoniaca delle nostre certezze e, soprattutto, riproduce in maniera parossistica la violenza che l’essere umano è in grado di esprimere. E che in alberga in ognuno di noi. Ed anche di questo abbiamo paura, soprattutto di questo.

La grande ''colpa'' dei ragazzotti di Tuscania, è aver raffigurato i demoni moderni. Ma la nostra cultura secolare è fatta anche di ironia e dalla coraggiosa capacità di saper ridere anche delle cose più spaventose e abiette. Abdicare alla libertà di ironizzare sugli assassini dell’Isis, significherebbe fare il loro gioco. Vogliono impedirci di vivere la nostra vita, di sorridere e divertirci, di credere o non credere ognuno nel proprio Dio e di vivere ognuno la propria diversità.

Che poi li voglio vedere i loro pick-up sulle strade della nostra provincia schivare le buche disseminate ogni due per tre, dalla Cassia alla Teverina, e anche oltre... Noi le nostre trincee urbane le abbiamo già, ci siamo portati avanti con il lavoro, hai visto mai…





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